Pardoxia epidemica 2 - DOSSIER
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Malov, Non sono un untore


Sono qui raccolti articoli e saggi [già inclusi nelle sezioni di Paradoxia epidemica 2 che seguono l'ordine cronolico] particolarmente adatti a comporre dei dossier.

DOSSIER: Chissenefrega della libertà

Stato di emergenza e limitazione delle libertà civili. La vigilanza dei costituzionalisti

In questo dossier abbiamo riunito nove interventi di eminenti studiosi del diritto che parlano delle loro preoccupazioni riguardo allo stato d'emergenza, dove la Costituzione assume il ruolo di garante delle libertà democratiche. Riteniamo che la lettura di questi testi sia molto importante per capire come il Governo si sta muovendo. Lo slogan triviale, "chissenefrega della liberà", tanto spesso ribadito in queste settimane, esprime la preoccupazione di difendere esclusivamente la "nuda vita", senza esitare a sacrificare i diritti della Costituzione.


Mauro Barberis, Perché l’emergenza non contagi la Costituzione

Fonte: http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/?p=28793

Ora, tutti noi speriamo ardentemente che tutto tornerà come prima: ma niente lo sarà, invece. Le emergenze, specie da noi, tendono a diventare permanenti, e neppure questa farà eccezione. Molte delle soluzioni sperimentate in questi giorni cambieranno, in bene o in male, le nostre vite. Il lavoro a casa, le ordinazioni online, la sorveglianza, resteranno più che una tentazione: se lo s’è fatto per il virus, perché non farlo sempre? Così, quando l’emergenza sanitaria ed economica sarà passata, ci sarà rischio di una terza emergenza: che ci tocchi pure di difendere la nostra Costituzione.

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Martina Gallucci, La differenza tra decreto-legge e DPCM

Fonte: https://laleggespiegata.it/attualita/la-differenza-tra-decreto-legge-e-dpcm/

Un breve, chiaro ed essenziale testo da cui partire per comprendere i termini giuridici della posta in gioco.

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Vox populi

Riproduciamo un'intervista dell'Adige a Roberto Toniatti professore ordinario di diritto costituzionale comparato e di diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza nell’Università degli Studi di Trento.

Quello che è interessante, sono le reazioni dei lettori all’intervista, quasi tutti (rabbiosamente) indignati. Credo che rappresentino abbastanza fedelmente, per quanto si tratti di un campione infinitesimale, l’attuale Vox populi: i commenti si rassomigliano tutti nella forma e nel contenuto e si sostengono l’un l’altro. Si va dal più pudico: «Qui si tratta della tutela della salute collettiva, ciò dovrebbe prevalere sull'esercizio di diritti costituzionali», al più schietto: «Caro Toniatti, ti auguro di non beccarti il coronavirus».


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Francesco Pizzetti, A rischio le libertà dei cittadini, urgente un intervento giuridico

Fonte: https://www.agendadigitale.eu/sicurezza/privacy/pizzetti-a-rischio-le-liberta-dei-cittadini-urgente-un-intervento-giuridico/

La normativa permette deroghe alla privacy in caso di emergenza, ma l’Italia ha scelto modalità giuridiche pericolose, lasciando ampi poteri alle autorità locali di comprimere le libertà. Serve una normativa temporanea che ci rimetta nell’alveo dei diritti costituzionali e in seguito una legge che chiarisca i termini esatti.

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Emilio Santoro, Si può governare il virus senza contagiare la Costituzione. Perché l’approccio repressivo è pericoloso

Fonte: https://www.facebook.com/altrodiritto/photos/a.866123423407699/3065800173440002/?type=3&theater

I provvedimenti restrittivi fanno parte di ciò che è “ampiamente previsto”. Dopodiché, bisogna stare attenti, perché in questo momento rischiamo che nell’ultimo camion dei nostri militari ci sia la bara della nostra Costituzione.

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Gianluigi Gatta, Un rinnovato assetto del diritto dell’emergenza COVID-19, più aderente ai principi costituzionali, e un nuovo approccio al problema sanzionatorio

Fonte: https://www.sistemapenale.it/it/articolo/decreto-legge-19-del-2020-covid-19-coronavirus-sanzioni-illecito-amministrativo-reato-inosservanza-misure

Qui si entra negli importanti dettagli delle “Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19”, cioè dei decreti e delle sanzioni, attraverso "un’opera di riordino del caos normativo e sanzionatorio determinatosi nella situazione emergenziale in atto, anche per effetto della concorrente attività normativa dello Stato, delle regioni e dei comuni".

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Francesco Pallante, Coronavirus, interventi normativi, Costituzione. 10 domande e risposte

Fonte: https://volerelaluna.it/in-primo-piano/2020/03/27/coronavirus-interventi-normativi-costituzione-10-domande-e-risposte/

Gli atti sinora adottati ai sensi del decreto-legge n. 6/2020 sono rispettosi del diritto costituzionale?
Con questo testo non intendo discutere il merito dei provvedimenti normativi attraverso cui si sta operando per il contenimento dell’epidemia – anzi, con fiducia nell’azione delle autorità politiche e scientifiche, li assumo come necessari e inevitabili. Più modestamente, intendo interrogarmi sugli strumenti giuridici utilizzati e sulla loro adeguatezza rispetto al dettato costituzionale.


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Giovanna De Minico, Virus e algoritmi. Impariamo da un’esperienza dolorosa

Fonte: http://www.lacostituzione.info/index.php/2020/04/01/virus-e-algoritmi-impariamo-da-unesperienza-dolorosa/

Un testo essenziale da cui partire per comprendere la posta in gioco, e non soltanto riguardo al tracciamento dei dati personali.

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Vitalba Azzollini, L’emergenza coronavirus giustifica qualsiasi compressione delle nostre libertà?

Fonte: https://www.ilfoglio.it/giustizia/2020/04/03/news/l-emergenza-coronavirus-giustifica-qualsiasi-compressione-delle-nostre-liberta-307688/

I provvedimenti delle scorse settimane, per quanto giustificati dalla situazione, hanno creato lacerazioni nel diritto che rischiano di divenire più profonde, anche perché basate sul “consenso” della gente.

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Intervista a Sabino Cassese giudice emerito della Corte Costituzionale

Fonte: http://ildubbio.ita.newsmemory.com/?publink=5cae52ba6_1343602

“Nell’interpretazione della Costituzione non si può giocare con le parole. Una pandemia non è una guerra. Non si può quindi ricorrere all’articolo 78. La Costituzione è chiara.”

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DOSSIER: Due civiltà

EDITORIALE: Due civiltà

La civiltà della realtà pandemica e quella che gli resiste. La prima (che s’impone per la sua volontà e capacità di sapersi adattare razionalmente e disciplinatamente a qualsiasi condizione di vita che produce) è profondamente indignata per l’atteggiamento della seconda, che considera delirante, scandaloso, provocatorio e immorale. Ma la seconda (che resiste al sistema immunitario) potrebbe dire la stessa cosa della prima, disposta a sacrificare tutto in nome dell’“appiattimento” di una curva probabilistica. Due concezioni contrapposte, irriducibili e irriconciliabili di rappresentazione della realtà: per una, la "realtà pandemica" ha un'evidenza schiacciante, terrificante; per l'altra è una rappresentazione da mettere in dubbio - senza per questo negare il reale di un virus contagiosissimo. Ciascuna delle due civiltà sta tragicamente di fronte all’altra come all’assoluta barbarie.

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Greg Bird, Apparati biomedici o convivialità?

Fonte: https://www.utpjournals.press/journals/topia/covid-19-essays/biomedical-apparatuses-or-conviviality?=


[Riproponiamo, all'interno del dossier Due civiltà il testo di Greg Bird (già pubblicato nel precedente bollettino n. 4), che fin dal titolo pone un'alternativa di civiltà.]

Riteniamo che questo lungo saggio, che proponiamo in traduzione integrale, possa dare un nuovo impulso alla riflessione sullo stato di emergenza. Comincia con delle invettive feroci riguardo alle tesi radicali di Agamben, per poi finire per condividerle completamente, salvo due differenze decisive: l'accettazione temporanea della dittatura degli "apparati biomedici", ma a condizione di mantenere una rigorosa distanza critica; l'emergere di una nuova convivialità tra le popolazioni sulla base del prendersi cura delle persone più vulnerabili.

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Pietro Saitta, L’epidemia vista da un bar di Messina

Fonte: https://napolimonitor.it/coronavirus-lepidemia-vista-da-un-bar-di-messina/

“Mi sembra che [le persone] esprimano un bisogno reattivo, improntato su un comunitarismo triviale, che è più forte di qualsiasi concettualizzazione astratta di società e di responsabilità nei confronti di un’alterità ugualmente prossima, ma fondamentalmente priva di volto. Concezioni, dunque, fondamentalmente astratte perché prive di vero significato.
Come fare a esigere una cittadinanza attiva e responsabile quando questa stessa idea è niente più che una nozione astratta su un manuale di educazione civica, smentita peraltro continuamente dalla pratica politica complessiva? Ci vuole davvero coraggio e ingenuità a esigerla e invocarla”.


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Victor Li, La biopolitica dei numeri
[Traduzione italiana integrale]

Fonte: https://www.utpjournals.press/journals/topia/covid-19-essays/the-biopolitics-of-numbers?=#top.

“In questo articolo voglio esaminare brevemente come funziona l’uso dei numeri come tecnica di controllo biopolitico, prima di fare delle ipotesi sul ruolo svolto dal numero “uno”, il numero intero più piccolo, secondo Arjun Appadurai, che occupa un posto di primo piano nella teoria sociale liberale poiché rappresenta “il segno numerico dell’individuo”; un numero che assume svariati significati contestualmente all’“auto-isolamento” imposto dalla pandemia”.

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Intervista a Agamben pubblicata su “Le Monde”

Intervista di Nicolas Truong a Giorgio Agamben pubblicata su «Le Monde» del 28 marzo 2020, che ribadisce le argomentazioni espresse nei brevi testi pubblicati su Quodlibet, ma con alcune varianti significative.

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Byung-Chul Han, La società del virus tra Stato di polizia e isteria della sopravvivenza

Fonte: https://www.avvenire.it/agora/pagine/byung-chul-han-filosofo-coronavirus-cina-corea-stato-di-polizia

Il timor panico dinanzi al virus rispecchia soprattutto la nostra società della sopravvivenza in cui tutte le energie vengono impiegate per allungare la vita. La preoccupazione per il viver bene cede il passo all’isteria della sopravvivenza. La società della sopravvivenza è peraltro avversa al piacere. La salute rappresenta il valore più alto. L’isteria del divieto di fumare è in fin dei conti isteria della sopravvivenza. La reazione di panico di fronte al virus svela questo fondamento esistenziale della nostra società. Se la sopravvivenza è minacciata, ecco che sacrifichiamo volontariamente tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta. La strenua lotta per la sopravvivenza subisce ora un inasprimento virale. Ci pieghiamo allo stato di eccezione senza opporre resistenza. La limitazione dei diritti fondamentali viene accettata senza colpo ferire. L’intera società si trasforma in una quarantena, variante liberale del lager in cui imperversa la nuda vita. Oggi il campo di lavoro si chiama home office. È solo l’ideologia della salute e della sopravvivenza a distinguerlo dai campi di lavoro del passato.

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Giorgio Agamben, Una domanda

Fonte: https://www.quodlibet.it/giorgio-agamben-una-domanda

Le stesse autorità che hanno proclamato l’emergenza non cessano di ricordarci che quando l’emergenza sarà superata, si dovrà continuare a osservare le stesse direttive e che il “distanziamento sociale”, come lo si è chiamato con un significativo eufemismo, sarà il nuovo principio di organizzazione della società. E, in ogni caso, ciò che, in buona o mala fede, si è accettato di subire non potrà essere cancellato.

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Moreno Manghi, Il santuario e i Borg. Note su Il capitalismo della sorveglianza di Shoshana Zuboff

“Eros è l’ultimo “santuario” sfuggito alle grinfie del capitalismo della sorveglianza, l’unica resistenza all’avvento della civiltà borg. Per quale motivo? Perché il soggetto erotico è chi non si lascia ridurre a un oggetto di conoscenza. E allora si può sorvegliarlo quanto si vuole: i suoi atti sono imprevedibili e la sua privacy custodisce “segreti” sconosciuti perfino a lui stesso. Il fatto è che si possono predire solo gli atti di chi si è già completamente arreso a modelli di vita predicibili e perfino indotti. Modelli che hanno abolito la dimensione metaforica del linguaggio, riducendolo a un protocollo di frasi descrittive e prescrittive dove non c’è più posto per una battuta, un’allusione, un sottinteso, un gioco di parole, un lapsus, un motto di spirito, un sintomo – per tutte quelle arguzie capaci di rilanciare la vita anche quando non abbiamo più scampo”.

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David Cayley, La nuova religione del rischio. Domande sull’attuale pandemia dal punto di vista di Ivan Illich

David Cayley, La nuova religione del rischio

Quaderno di Paradoxia epidemica n. 1

TRADUZIONE INTEGRALE DALL'INGLESE

Questo lungo saggio, uno dei più penetranti e articolati di tutta la letteratura fino a questo momento prodotta sull'attuale pandemia, scritto con uno stile chiaro e pragmatico, apparentemente semplice, privo di polemiche e toni accesi, ma al tempo stesso profondamente ispirato dal lungo dialogo dell’autore con le tesi radicali di Ivan Illich, ci parla della distinzione tra ciò che chiamo “realtà pandemica” e la pandemia provocata da un virus estremamente contagioso.
Per “realtà pandemica” intendo la costruzione artificiale di una realtà catastrofica funzionale all’ideologia scientista, alla “biopolitica”, al “capitalismo della sorveglianza”, sperimentata attraverso la dichiarazione di ripetuti stati di eccezione e di emergenza che in nome della sicurezza, delle probabilità di rischio e della tutela della salute pubblica, mira a limitare o sopprimere le libertà democratiche con il consenso popolare. Con le parole di David Cayley: «Non credo si possa negare che la pandemia sia un oggetto costruito che potrebbe essere stato costruito in modo diverso».

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DOSSIER: Il gioco lugubre - Le obbligazioni catastrofali e pandemiche

Nel 2017, nell’ambito del progetto “Pandemic Emergency Financing Facility (PEF)”, la Banca Mondiale ha emesso delle “obbligazioni catastrofiche” (catastrophic bonds o cat-bonds) per un totale di 320 milioni di dollari (in due tranche, una da 225 e l’altra da 95 milioni di dollari), allo scopo “umanitario” di aiutare i “Paesi in via di sviluppo” colpiti da un’epidemia («Filovirus, Coronavirus, Lassa fever, Rift Valley fever, Crimean Congo hemorragic fever»). Gli investitori (che agiscono su piattaforme private e la cui identità rimane segreta) avrebbero ricavato dai “cat-bonds” un interesse del 6,9% (prima tranche) e dell’11,5% (seconda tranche, che prevede condizioni d’investimento più “rischiose”, cioè un numero minore di morti), con scadenza a sei mesi dalla vendita delle obbligazioni. La conditio sine qua non per la “maturazione degli interessi” era che l’epidemia avesse ucciso almeno 2500 persone in un Paese in via di sviluppo. Il PEF ha avuto un successo immediato, ben al di là delle più rosee aspettative, anche perché «con i rendimenti obbligazionari di tutto il mondo ai minimi storici, l’11% di cedola appariva quasi come un’oasi nel deserto».


Chi ci guadagna? Introduzione al gioco lugubre (m. m.)

Le “obbligazioni pandemiche”  rivelano che sulle pandemie – o meglio sul numero dei morti che provocano – si può giocare in Borsa, e che gli investitori ne ricavano lauti profitti, con la connivenza se non complicità delle organizzazioni “umanitarie”.

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Whitney Webb, Alcune obbligazioni non pagano le cedole se c’è una pandemia. E allora? Non si dichiara la pandemia!

Fonte : https://www.mintpressnews.com/wall-street-behind-delay-declaring-coronavirus-outbreak-pandemic-bonds/265264/#
Fonte italiana : https://www.vietatoparlare.it/alcune-obbligazioni-non-pagano-le-cedole-se-ce-una-pandemia-ed-allora-non-si-dichiara-la-pandemia/

La prima denuncia documentata della speculazione sulle “obbligazioni pandemiche” da parte di una nota giornalista di "MintPress News".

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Mauro Bottarelli, Obbligazioni catastrofali e pandemiche

Fonte: https://it.businessinsider.com/pandemia-o-epidemia-per-loms-e-la-banca-mondiale-non-e-una-questione-di-vittime-ma-di-soldi/

Pandemia, epidemia? Per OMS e Banca Mondiale non è questione di vittime, ma di soldi. La vicenda dei bond-catastrofe.

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Salvatore Palidda, Allarmismo, stato d’eccezione, eterogenesi della democrazia e tanatopolitica: la sperimentazione con il Covid19

Fonte: http://effimera.org/allarmismo-stato-deccezione-eterogenesi-della-democrazia-e-tanatopolitica-la-sperimentazione-con-il-covid19-di-turi-palidda/#_ftnref1

Quella che Michel Foucault chiamava la “tanatopolitica” (i profitti ricavati sul lasciar morire) oggi – a differenza dell’epoca capitalista pre-neoliberista – sembra prevalere rispetto alla biopolitica (il lasciar vivere per meglio sfruttare, far pagare tasse ecc.).

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