Ultimi testi pubblicati

La musica sul nome di Freud

Un Freud mai visto prima

Perché nient’altro che questo era la sua analisi, che metteva impietosamente a nudo le proprie meschinità e vigliaccherie anche solo di fronte all’impegno, così apparentemente modesto, di “dire tutto quello che passa per la testa”.


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Sandor Ferenczi, Introduzione a La questione dell'analisi laica di Freud

Una caricatura di Ferenczi

Sandor Ferenczi scrisse, in inglese, l’Introduzione alla prima traduzione americana di Die Frage der Laienanalyse (1926), tradotta da Paul Maerker-Branden e pubblicata come prima parte di un volume che includeva, nella seconda, la traduzione inglese di James Strachey di Selbstdarstellung (1924). Il volume, pubblicato col titolo unico The Problem of Lay-Analysis, uscì a New York nel 1927 per i tipi di Brentano. A quanto ci risulta, la traduzione italiana dell’Introduzione di Ferenczi era rimasta finora inedita, non essendo inclusa né nei Fondamenti di psicoanalisi, 5 voll., Guaraldi, Rimini-Firenze 197275, né nelle Opere, 4 voll., Raffaello Cortina Editore, Milano 1989-2002, né in altri libri o riviste e neppure – dopo un’accurata ricerca – ci risulta presente sul web.

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Elisabeth Roudinesco, Alain Badiou, Insorgete tutti in nome della psicanalisi, in qualunque modo

Quando si dice: l'utopia, ecco un titolo che cade a puntino.

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La bocca della veritò

Jean Louis Sous, Io sono il pépé che fa pipi e che peta

Riproduciamo un estratto del libro di Jean Louis Sous La bocca della verità, appena tradotto e di imminente pubblicazione (giugno 2025) per i tipi di Polimnia Digital Editions, libro che non raccomanderemo mai abbastanza a chiunque, a qualsiasi “titolo”, abbia a che fare con i bambini. L’Autore, che appartiene a buon diritto al gran cru lacaniano – suoi numerosi libri importanti che esplorano in lungo e in largo l’opera del maestro – ha tuttavia, rispetto alla pesanteur della scrittura di quest’ultimo, il tocco di una grâce (e di un umorismo) perfino sconcertante, quando si occupa del “trattamento” (come chiamarlo?) dei bambini. Come d’altronde ciascun lettore può constatare dal “caso”, qui riportato, della piccola Muriel.


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Paola Di Cori, Un outsider che interviene, non fa testo, e poi se ne va: Michele Ranchetti (1925-2008)

Michele Ranchetti

Not found. Errore 404. Da molti anni (l'articolo è del 2010). Ma lo avevamo salvato (per preveggenza?) e convertito in PDF. E oggi, dopo averlo ritrovato, lo riproponiamo. Parla di Michele Ranchetti. E vale davvero la pena di leggerlo.

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Quest'altro testo sull'affaire Ranchetti fa da complemento:

Un reato di lesa maestà: ritradurre Freud dopo le OSF


Copertina "Giornale di bordo" n. 5

Giornale di bordo 5 - Il "fra" dall'interdisciplinarità al limite

Molto diffuso nel linguaggio scientifico, tecnico e professionale contemporaneo, il termine “interdisciplinarità” «evidenzia il processo d’interazione di conoscenze e di competenze che spesso è indispensabile per affrontare in modo completo ed efficace determinati problemi». Pur non contestandolo apertamente, questo quinto numero del «Giornale di bordo» presenta dei saggi che all’interdisciplinarità preferiscono il limite, il bordo che si situa fra le varie pratiche intellettuali o scientifiche. L’interazione dei saperi lascia così il posto all’esplorazione del loro confine, quella frangia – che non è né questo né quello, ma al tempo stesso è sia questo che quello – che può aprire altre prospettive a un nuovo sapere. In proposito, il “caso” di Jean Louis Schefer – alla cui memoria è dedicata la parte più corposa di questo numero – è paradigmatico, perché egli ha fatto di questo “fra” un metodo che è anche uno stile.


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Sigmund Freud, Gesammelte Werke - Bände I - XVII

Sigmund Freud, Gesammelte Werke - Bände I - XVII

Finalmente disponibili in PDF/A (un formato PDF speciale per la lunga conservazione in archivio) i 17 tomi delle Gesammelte Werke di Freud, con aggiunta di segnalibri e di un indice incorporato nel file per la ricerca rapida delle parole.

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Erik Porge, I nomi del padre in Lacan

Erik Porge, I nomi del padre in Jacques Lacan

Les noms du père costituisce un lungo e fondamentale capitolo del libro di Erik Porge, Jacques Lacan, un psychanalyste. Parcours d’un insegnement, Éditions érès, seconda edizione 2006 (prima edizione 2000). Si tratta di un lavoro esemplare e utilissimo (almeno per chi abbia un po’ frequentato l’insieme dei seminari Lacan), che ricapitola con grande chiarezza il concetto di nome/i del padre lungo l’intero percorso dell'insegnamento di Lacan, di cui costituisce probabilmente l'asse portante.


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  • Jacopo Zucchi, Psiche sorprende Amore
  • Étienne-Maurice Falconet, Der drohende Amor

J. Lacan, Séminaires - versions critiques

La versione critica integrale dei seminari di Lacan: Le transfert dans sa disparité subjective, sa prétendue situation, ses excursions techniques (1960 - 1961) – questo il titolo completo dato da Lacan - e del seminario L’acte psychanalytique (1967- 1968)

Considerazioni preliminari a una storia delle trascrizioni dei seminari di Lacan


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M. Manghi, L'embargo su Trieste

Moreno Manghi, L'embargo su Trieste. Dalla psicanalisi alla psicoanalisi

Chi vuole conoscere le origini della psicanalisi in Italia, deve necessariamente passare per la Trieste del primo dopoguerra, quella degli anni Venti.
Accolta senza riserve (Saba) o criticata aspramente (Svevo), la psicanalisi, che per molti non è solo una novità culturale straordinaria, ma la speranza di una vita nova, infiamma gli animi di artisti e scrittori triestini e li sospinge, per curiosità o per necessità, a entrare in analisi con Weiss all’insegna del motto: “comunque sia, bisogna andarci!”.
Poi, nei primi anni Trenta, con la «fuga» di Weiss a Roma, e la costituzione della Società Psicoanalitica Italiana, il cui primo atto è stato di prendere le distanze da un’origine tanto imbarazzante, è stato posto un “embargo” su Trieste. Così, la psicanalisi “triestina”, selvaggia, poco seria, dilettantesca, affaire di poeti, scrittori, pittori, è diventata la serissima e professionalissima psicoanalisi. Tutta un'altra storia.

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E. Perrella, Conversazioni Sulla Psicanalisi, La Filosofia Ed Altre Urgenze

Ettore Perrella, Conversazioni sulla psicanalisi, la filosofia ed altre urgenze

La prima conversazione, condotta da Moreno Manghi, Sulla psicanalisi, l’analizzante e l’analista, si è svolta il 19 aprile 2024 ed ha esplorato i temi scottanti della pratica psicanalitica.
La seconda conversazione, condotta da Luca Lupo, La psicanalisi oltre la psicanalisi, si è svolta il 26 aprile 2024 e ha indagato i nodi più significativi del pensiero dell’Autore.
Ettore Perrella risponde brevemente, in tono colloquiale e con un linguaggio semplice, franco e diretto a un ristretto numero di domande “sulla psicanalisi, la filosofia ed altre urgenze”, che sono anche le questioni cruciali a cui ha dedicato tutta la sua vita.

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E. Perrella, Einstein, Freud E La Guerra. Utopia, Realismo E Geopolitica

Ettore Perrella, Einstein, Freud e la guerra. Utopia, realismo e geopolitica

Il carteggio Freud-Einstein – al centro di questo opuscolo – ci dice che, così come l’ideale non può essere tenuto completamente fuori dall’azione politica, ugualmente non può esserlo dalla psicanalisi, che ha tenuto spesso troppo conto della realtà, e ben poco dell’utopia, vale a dire dell’idea alla quale la pratica analitica dovrebbe corrispondere.
Quando non è così – quando lo psicanalista s’illude che la politica (oggi più che mai geopolitica) non lo riguardi e si riduce a un practitioner – ne consegue ciò che è ormai sotto gli occhi di tutti: la psicanalisi si conforma ipso facto al discorso del padrone, trasformandosi in una pratica terapeutica e medica.

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Giornale di bordo, 4

Giornale di bordo , 4 - Guerra, violenza, educazione

Il quarto numero del “Giornale di bordo” è in quattro sezioni.
La prima, Una questione preliminare: la guerra e l’utopia, rilancia con forza – come già fecero Einstein e Freud nel loro carteggio Perché la guerra? –, l’utopia kantiana della pace perpetua. La seconda sezione, Una fonte dell’epistemologia freudiana, è dedicata a Gustav Theodor Fechner, una delle fonti di Freud. La terza sezione, Prendersi cura dell’educazione, insiste - ritornando sul' "esperimento pedagogico" tentato da Freud col piccolo Hans, sul limite di ogni pedagogia, che è il rifiuto di pensare il (concetto di) padre in relazione alla differenza sessuale, per conservarlo solo in quanto padre ideale.
Infine, quarta sezione, la cronaca nera ci ammannisce ogni giorno prove flagranti della “violenza di genere nei giovani”, al punto da farne un truismo mediatico che ci impedisce di pensarla come l’effetto di un discorso sociale produttore di ogni genere di violenza da consumare. 

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D. Bersan, Figure del padre in Ozu

Davide Bersan, Le tracce dell'assente in Ozu

Sulle orme del Trascendente e alla ricerca dell'Assente: Davide Bersan ritorna sul suo libro Figure del padre in Ozu (Polimnia Digital Editions, seconda edizione riveduta 2023, ora anche in formato cartaceo).


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Ma cos'ha in testa Freud?

Psicoportineria

Un amico arguto chiama questo genere di “cose della psicanalisi” (le oscene “chicche”) psicoportineria: l'arte del pettegolezzo maligno è sorella del vero.

Paul Roazen, Che tipo di persona era Freud?

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Malov

Non rimuoviamo

Niente sprona a dimenticare più di una recente catastrofe mondiale (non solo la catastrofe del fatto in sé, ma anche del pensiero e del linguaggio). Già lo testimoniano le innumerevoli pagine "not found" dei link ai siti, che a suo tempo avevamo salvato. Con facile lungimiranza, una notevole parte di questi testi - tra i più significativi - li avevamo archiviati, col proposito di riprodurli tutti insieme in un PDF e forse in un libro.
Ne riproponiamo intanto tre, incentrati sulla strategia della logica del confinamento.

Erik Porge, Ai confini del confinamento, il soggetto
Moreno Manghi, Nota sul testo di Porge "Ai confini del confinamento, il soggetto"
Michel Foucault, L'incorporazione dell'ospedale nella tecnologia moderna


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Per via di levare. Recensione a Foglie morte di Aki Kaurismäki, di M. Manghi

Aki Kaurismäki

Lo stile tardo di Kaurismäki distilla, al di qua di ogni politica, questa regola aurea: l’unica cosa che veramente importa è la secessione definitiva dalla rete sociale, per tentare il più virtuoso e rischioso degli equilibrismi. Per via di levare bisogna imparare a fare a meno di tutto ciò che prevede e organizza – per non dire che permette legittimamente – il “sociale”.

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Theodor W. Adorno, La psicanalisi revisionistica

Theodor Wiesengrund Adorno

La conferenza, dall’ineguagliabile sprezzatura, Die revidierte Psychoanalyse, “La psicanalisi revisionistica”, fu pronunciata da Theodor W. Adorno nel 1946 alla Società psicanalitica di San Francisco. Ormai da molti anni introvabile nella nostra lingua, la presentiamo qui nella bella traduzione di Anna Marietti Solmi, apparsa in Theodor W. Adorno, Scritti sociologici, Einaudi, Torino 1976, pp. 14-34.


Il testo di Adorno è prefato da tre brevi scritti - di Michel Gribinski, Salvatore Pace e Moreno Manghi - che riprendono la contrapposizione adorniana fra psicanalisi revisionistica (revidierte Psychoanalyse) e psicanalisi radicale (radikale Psychoanalyse)  per rimarcare la posizione ant-agonistica di Freud e la sua radicalità, contro quella psicoterapia riconciliativa dell’adattamento sociale che è solo un altro nome della psicanalisi revisionistica.


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Nella sezione I Quaderni Di Polimnia:
Quaderno XIV - Minh Quang Nguyen, Sui Linguaggi Operativi E Il Mondo Contemporaneo

Minh Quang Nguyen, Sui Linguaggi Operativi E Il Mondo Contemporaneo

Se negli ultimi decenni la letteratura dedicata all’esplorazione dei molteplici e decentrati poteri della post-modernità è diventata imponente (quasi dovesse rispondere alla domanda di sapere che cosa ci è successo), il primo pregio dello scritto di Nguyen è di affrontare il totalitarismo specificamente dal punto di vista dell’analisi dei mutamenti che ha imposto alla lingua comune (quella che Pasolini, citato dall’autore, chiamava la “lingua umanistica”). 

Quaderno XV - Simone Berti, Verso Uno Sguardo Umano Libero

Simone Berti, Verso Uno Sguardo Umano Libero

L’enunciato di Freud a cui fa riferimento il titolo di questo breve saggio è: «L’esercizio della psicanalisi richiede assai meno istruzione medica che non preparazione psicologica e sguardo umano libero», tratto dalla Prefazione, datata 1913, al libro di Oskar Pfister Il metodo psicanalitico freudiano, nella nuova traduzione di Davide Radice. Simone Berti, sviluppando la linea di lettura che già avevano proposto al convegno La psicanalisi come arte liberale Christine Dal Bon e Vania Ori, situa, con l’aiuto di analisti quali Sergio Contardi e Giovanni Sias, l’espressione freudiana freien menschlichen Blick al centro della formazione dello psicanalista e del rapporto tra l’esercizio della psicanalisi e la legge.